Una stanza vuota

In questo periodo mi capita spesso di osservare me stesso al fine di capire come mi sento. In particolare cerco di mantenere l’attenzione rivolta dentro di me per scrutare i pensieri, le emozioni, i sentimenti che passano e che vanno a caratterizzare il mio stato d’animo in quel momento.

Osservarli senza che questi facciano effetto, è molto difficile!

Questa introspezione che spesso faccio, mi aiuta (o comunque dovrebbe) a capire se mi sento felice ed in caso negativo, cosa mi manca.

Non è per niente facile capire se sei felice e sopratutto cosa ti manca, perché entrare in contatto con i propri bisogno e valori, non è una passeggiata, e non è una cosa che spesso ti viene insegnata.

Potresti tranquillamente non badare ad un tuo bisogno profondo, che in questo momento non viene soddisfatto, e quindi non sentirti sereno/a e non capirne il motivo, anche se apparentemente tutto va per il verso giusto.

Sono la classica persona che cerca di capire dove stia la felicità e certe volte si chiede se realmente esista.

In particolare, pensare alla felicità come quella cosa che ti fa uscire di casa saltellando e sorridendo, è sbagliato secondo me, questa situazione la puoi ritrovare solo nei film.

Non ho ancora capito di preciso cosa sia la felicità, e forse non sono l’unico, ma c’è un modo di vederla che mi soddisfa molto.

Una cosa che si potrebbe avvicinare alla felicità potrebbe essere:

Quello stato in cui ti senti in armonia con i tuoi sentimenti.

Vedendola così, mi è molto più facile dargli un aspetto, una forma che posso constantemente utilizzare per analizzare me stesso

Davide, ti senti in aromonia con i tuoi sentimenti?” (No!)

Questo stato di armonia, di completa accettazione e di consapevolezza, ti permetterebbe di stare in una stanza vuota, completamente vuota. Una stanza senza distrazioni. Una stanza che non ti potrebbe dare nulla per modificare il tuo stato d’animo.

Questo stato ti permetterebbe di stare seduto/a al centro di questa stanza, osservarti e sentirti completamente felice e soddisfatto/a.

Sembra assurdo, ma secondo me non lo è poi così tanto.

D’altronde questa tipologia di esperienza è molto simile a quella che scelgono di vivere i monaci eremiti che si allontanao dalla società, andando in luoghi remoti.

Diciamo che è una situazione che considero come punto di riferimento, non perché voglia diventare un monaco eremita, ma perché voglio semplicemente essere felice con me stesso, prima di tutto.